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Clima, cemento e manutenzione - Geom. Maurizio Tartagni
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Clima, cemento e manutenzione
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Clima, cemento e manutenzione

Geom. Maurizio Tartagni - 27/11/2019 | 2240
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Clima, cemento e manutenzione

Sempre più spesso ci ritroviamo a dover affrontare problemi legati alla pioggia, come le esondazioni causate dalla rottura degli argini. Dopo questi eventi tendiamo a non responsabilizzarci dando la colpa ad eventi eccezionali, e riteniamo che le responsabilità vadano ricercate nelle scelte fatte dall’uomo. Senza entrare nell’argomento molto più vasto del dissesto idrogeologico in cui versa il paese, ci limitiamo a valutare quelle che riteniamo siano le principali cause. Sicuramente le cause sono diverse, ma crediamo che le principali siano raramente rappresentate. • L’effetto serra o l’aumento di temperatura, anche con piccole differenze di temperatura, non sono solo la causa dello scioglimento dei ghiacciai, ma anche di una maggiore evaporazione dell’acqua dei mari, e quello che sale, prima o poi, scende; • abbiamo costruito strade, case, pavimentato piazzali, parcheggi e corti, con scarsa attenzione all’invarianza idraulica. Mentre l’acqua che cade in un terreno impiega giorni e settimane per arrivare al fiume, l’acqua che cade in un piazzale o su un tetto, finisce direttamente in fogna e dopo pochi minuti ha raggiunto l’alveo del fiume. L’acqua caduta sulle superfici pavimentate di tutti i paesi e delle città adiacenti il fiume, producono un enorme massa d’acqua immediatamente disponibile che finisce per ingrossare il corso d’acqua; • Un enorme quantità d’acqua disponibile subito nell’alveo del fiume in cui spesso si è fatta poca manutenzione, o con intubamenti, costruzioni nelle golene che ne limitano l’espansione, sponde ridotte, è facile che, trovando argini fragili o bassi, possa portare allo straripamento del fiume. Sono condizioni che sicuramente non modificheranno la loro tendenza, perlomeno non i tempi brevi. E’ utile ricordare che molti agglomerati urbani si sono sviluppati su impianti fognari vecchi, progettati per condizioni meno impegnative, con superfici impermeabili minori, che spesso non sono neppure in grado di smaltire l’acqua caduta. Troviamo assurdo, come qualcuno sostiene, che abbiano una rilevante responsabilità le tane dei topi e delle nutrie nelle sponde dei fiumi. Sicuramente le loro costruzioni non aiutano, ma un argine che cede è già di per sé molto fragile, e non per colpa di questi poveri animali.

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